Figli di Maria Immacolata - Pavoniani

Il Fondatore

Lodovico Pavoni nacque a Brescia l’11 settembre 1784, in un’epoca caratterizzata da profondi rivolgimenti politici e sociali. Ordinato Prete nel 1807, il suo Vescovo, Mons. Nava, lo volle come segretario (1812) e Canonico della Cattedrale (1818), ma egli orientò tutte le energie alla cura pastorale dei giovani, in particolare dei più poveri.
Cominciò a radunarli nei giorni festivi in un Oratorio tutto per loro. In seguito, sentendosi dolorosamente interpellare dalla situazione di molti che, orfani o abbandonati a se stessi, costretti a lavorare in ambienti moralmente pericolosi, si allontanavano dai valori e dai principi cristiani, decise di offrire loro una casa, una famiglia, un lavoro. Sistemò i locali che gli erano stati assegnati come “rettore” della chiesa di s. Barnaba e nel 1821 aprì il suo “Istituto”. Doveva essere un “Collegio d’Arti” in cui l’assistenza era completata da un articolato progetto educativo fondato sulla centralità della persona e sull’amorevolezza. Intuì, inoltre, che per offrire ai giovani un futuro dignitoso era necessario che apprendessero una professione in grado di renderli autonomi e socialmente utili. Aprì per questo ben otto officine artigianali, fra cui primeggiò la Tipografia, riconosciuta come la prima scuola grafica d’Italia e che ben presto divenne una vera Casa Editrice. Accolse anche i Sordomuti, che predilesse perché, “essendo in maggior bisogno hanno più diritto alle sollecitudini della carità”. Per i contadinelli progettò una Colonia agricola a Saiano, a dodici chilometri da Brescia.
Per dare continuità e prosperità alle sue opere, l’8 dicembre 1847 fondò la Congregazione dei Figli di Maria Immacolata, i cui componenti – Sacerdoti e Laici – fossero direttamente inseriti nell’unica missione e costituissero una sola famiglia di consacrati.
Lodovico Pavoni morì a Saiano il 1° aprile 1849, ultima delle “Dieci Giornate” di Brescia, stroncato dalla fatica del cammino con cui qualche giorno prima aveva portato in salvo i suoi ragazzi, fuori dalla città.
Pio XII ne riconobbe le virtù eroiche nel 1947 e Giovanni Paolo II, il 14 aprile 2002, lo proclamò “beato”, fissandone la memoria annuale al 28 maggio.

Il Carisma

Il dono totale di sé, che diventa tenerezza paterna per i piccoli e gli ultimi; una illimitata fiducia nella Divina Provvidenza, unita alla ricerca creativa dei mezzi più opportuni per rispondere adeguatamente alle richieste dei giovani “poveri e abbandonati”; una passione educativa, sostenuta dalla filiale devozione alla “cara Madre Maria”, e che trova nel lavoro una via privilegiata di maturazione umana e cristiana: sono questi gli elementi che sintetizzano il carisma del beato Lodovico Pavoni.
Oggi i Pavoniani – in Italia, Brasile, Spagna, Eritrea, Colombia, Messico e Filippine – continuano in varie forme, comunità alloggio e centri di aggregazione, scuole e centri di formazione professionale, una significativa presenza educativa accanto ai ragazzi e ai giovani, con particolare attenzione a chi è in situazioni di disagio familiare. L’impegno per la diffusione della “buona stampa” rivive nella Editrice “Àncora”, con le sue pubblicazioni e una propria catena di librerie. Altro aspetto integrante del carisma è, in alcune città, la pastorale parrocchiale.
In questi anni è cresciuta la convinzione che a condividere spirito, stile di vita e responsabilità apostoliche, possono essere chiamati anche fedeli laici, uomini e donne cui il Signore dona di vivere “con il cuore del Pavoni”: con loro si va costruendo la “Famiglia pavoniana”.

I Pavoniani a Genova

A Genova i Pavoniani sono presenti dal 1905, chiamati dall’arcivescovo mons. Pulciano, a dirigere l’Istituto fondato da don Eugenio Fassicomo. Questi, nell’ottobre 1902, morendo, gli aveva affidato l’ultima opera: un Istituto per giovani “derelitti”. Era profondamente convinto che “Non si redime che col lavoro. Non si corregge che con l’amore”. I Pavoniani ne raccolsero l’eredità, inserendola nel solco della propria tradizione.
L’Istituto “Fassicomo” ha cambiato modalità di intervento, ma ha sempre mantenuto ferma la sua missione educativa. Scuola e laboratori (fino al 1970, ne furono attivi sei: sartoria, calzoleria, falegnameria, meccanica, tipografia, legatoria) hanno permesso a tanti giovani di “riuscire” nella vita.

Dal 1938 la sede dell’Istituto si trova in via Imperiale al n. 41. Qui i Pavoniani hanno ora un Centro di Formazione Professionale in campo grafico; dirigono il “Pensionato studentesco” (80 posti) per giovani studenti e lavoratori; mantengono l’attenzione ai minori in difficoltà collaborando con la Consulta Diocesana delle Comunità Educativo-Assistenziali

 

 
 
   
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